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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Il Pan Giallo viterbese

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Un dolce tipicamente invernale da preparare durante le feste: Ingredienti x 10 pangialli 350 gr di gherigli di noci,800 gr di nocciole della Tuscia,350 gr di mandorle sgusciate,1 kg di cioccolato fondente, 800 gr di cioccolato fondente 800gr per guarnizione esterna, 500 gr di miele,150 gr di pinoli,170 gr di scorzette d'arancia candite,170 gr di scorzette di cedro candite,350 gr di uva passa,350 gr di farina bianca,600 gr di zucchero,80 gr di cacao amaro,6 Uova. Preparazione: Tostate le nocciole,le noci e le mandorle passandole per qualche minuto nel forno e pelatele. Tritate la frutta secca con pinoli e le scorze d'arancio e di cedro candite. Mescolate il tutto aggiungendo anche l'uva passa,la farina, il cacao e lo zucchero. Dopo aver mescolato bene, grattugiate e aggiungete il cioccolato. In un pentolino fate fondere il miele. Versatelo nel recipiente e lavoratelo per un pò. Aggiungete le 6 uova sbattute e dopo aver mescolato il tutto, con le mani bagnate,

Lo stufato alla Sangiovannese

Lo stufato alla Sangiovannese Mirabiliatour Viaggio nell'Italia golosa

Il cimitero di guerra di Bolsena

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Nel luglio del 1944 il re Giorgio IV d'Inghilterra incontrò il generale Alexander che, dopo la liberazione di Roma,era stanziato presso il lago di Bolsena,Tuscia viterbese,dove ora sorge un cimitero di guerra.Attraverso un lungo sentiero lastricato e molteplici gradini si arriva al luogo dell'eterno riposo,silenzioso e ordinato a ridosso di una collina che si affaccia sul lago.Le lapidi bianche che spuntano dal verde dell'erba ricordano i nomi dei 597 caduti dell'esercito britannico e dei paesi del Commonwealth,morti nei combattimenti che seguirono lo sbarco degli Alleati nei campi di battaglia tra Bolsena e Orvieto,a cui si aggiunsero,in seguito,altre salme provenienti dall'Elba.I Tedeschi in fuga da Roma liberata il 3 giugno fecero una sosta a Bolsena e qui ci fu uno scontro tra la Sesta Divisione Corazzata Sudafricana e la Divisione Panzer di Goering. Mirabiliatour Viaggio nell'Italia dimenticata Tweet #TwitterStories

L'agriturismo i Giardini di Ararat

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Tra i Monti Cimini, ai cui piedi sorge l'antica città di Viterbo,si trova un agriturismo denominato I giardini di Ararat.Il nome descrive al meglio la filosofia e lo spirito di questo luogo magico:Ararat è il nome del monte dove si posò l'arca di Noè e quindi significa pace,mentre i giardini sono il frutto di selezioni e di cure ad opera della proprietaria di origini inglesi.Il gusto e l'amore per i fiori è presente in ogni angolo,ovunque si gira gli occhi spuntano cespugli di rose,di lavanda,di gigli,di margherite che,specialmente in primavera,colorano l'ambiente come se fosse una tela dipinta da Guillaumin.I fiori sono anche la cornice ideale all'immenso panorama che si ha di fronte:Dai Monti Cimini ai Monti Volsini,dalla valle del Tevere al Monte Amiata,dal mare ai Monti della Tolfa,un paesaggio talmente vasto che si ammirerebbe per ore.Ma la magia non è solo fuori è anche dentro le mura;l'interno della struttura è arredato con oggetti semplici ma bel

L'antica osteria San Pellegrino

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Nella via principale dell'antico quartier San Pellegrino tra profferli,i balconi tipici dell'architettura viterbese,e austeri palazzi in peperino si trova un'antica osteria.Pare che il locale che la ospita fosse appartenuto alla famiglia dei Gatti,come testimonia lo stemma in peperino sulla soglia dell'entrata,una nota e agiata famiglia viterbese.Il quartiere,infatti,nel Medioevo era noto per essere la zona residenziale dei potenti casati come i Tignosi o i Di Vico,che erigevano palazzi e torri a testimonianza del proprio potere e della propria ricchezza.E fu proprio la famiglia Gatti,in particolare Raniero capitano del popolo,a essere ricordata per un episodio che segnò la storia pontificia:Dopo la morte di Clemente IV,il sacro collegio formato da 20 cardinali non riusciva a trovare un accordo per l'elezione del nuovo Papa, essendo questi divisi tra filo angioini,Guelfi,e filo tedeschi,Ghibellini.Erano passati ormai tre anni senza che si trovasse una soluzio

La residenza d'epoca Domus la Quercia

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Le cronache di Fra Vittorio d'Arezzo,sagrestano maggiore presso il convento di santa Maria della Quercia,narrano di un certo mastro Battista Magnano Iuzzante che, nel 1417,fece dipingere da un pittore chiamato Monetto,l'immagine della Madonna con bambino su una tegola.Questa venne posta su una quercia,sulla strada che conduceva a Bagnaia,infestata da briganti che assalivano i viandanti.Vi rimase a lungo in incognito finchè un eremita senese Pier Domenico Alberti,che abitava sulla Palanzana,parlò dell'immagine sacra.Nell'agosto del 1467 l'Etruria meridionale fu colpita da un'epidemia di peste,allora la gente,proveniente dai paesi della provincia, si ricordò della sacra immagine e si riunì sotto la quercia a pregare la Madonna.Lo storico Niccolò della Tuccia,priore della città,racconta di più di 30.000 persone.La Madonna venne in aiuto anche in altri episodi e la sua fama tra la popolazione crebbe talmente tanto che all'inizio sul posto si costruì una ca

Nusco e la notte dei falò

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Mancano 2 giorni al grande evento la notte dei falo' a Nusco uno dei borghi piu' belli d'Italia, vi aspettiamo numerosi..

L'antico borgo di Nepi

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Un antichissimo borgo che sorge ai piedi dei Monti Cimini e Sabatini,su un promontorio di tufo circondato da due profondissimi canaloni,scavati nel tempo dal Rio Puzzolo e dal Rio Falisco,entrambi affluenti del Treja.Massimo D'azeglio immortalò nella prosa la pittoresca bellezza circostante,mentre il Carot la dipinse in tutta la sua forza,qui nacque un famoso musicista,Alessandro Stradella.Il nome Nepe o Nepete forse deriva dal serpente Nepa,adorato nell'antichità come protettore della fertilità,che ricorre nello stemma del borgo e in alcune decorazioni.Fondata da Termo Larte nel 548 AC fece parte della pentapoli etrusca,e dopo Roma Condita fu conquistata da Furio Camillo che vi fondò una colonia.Di quel periodo rimangono ancora numerosi monumenti:L'imponente acquedotto,le catacombe di S.Savinilla,le terme dei Gracchi.Fu distrutta dai Longobardi di Alboino e abbandonata,solo successivamente risorse e conobbe vari signori come:Matilde di Canossa,i Vico,i Colonna,gli Orsi

Le streghe di Benevento

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Si dice che a Benevento si riuniscano le streghe di tutta Italia e la leggenda circola dal XIII secolo , epoca in cui i Longobardi si spinsero sempre più nel sud d’Italia per completare la disfatta della potenza romana. Già la romanità era stata contraddistinta dal rituale legato alla venerazione della dea egizia Iside,simbolo paranormale e magico, già adorata dai Greci.Infatti si era soliti associare Iside a Ecate dea degli inferi e a Diana, dea della caccia. Se ne deduce che il nome Janara con il quale si è soliti chiamare la strega di Benevento possa derivare da Diana. Quindi la genesi delle streghe beneventane è da collocare in una realtà del tutto pagana e in rituali terrificanti che hanno visto streghe danzare intorno al fuoco, causando atroci deformità nei neonati, procurando loro grandi pene,generando senso di profonda angoscia nei malcapitati oggetto dei loro malefici. La cosa ancora più particolare è che le riunioni avvenivano intorno a un albero di noci lungo la riva

News dalla Francigena

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http://www.lagenziadiviaggi.it/notizia_standard.php?IDNotizia=162663&IDCategoria=2436 Fonte.L'agenzia di Viaggi Mirabiliatour .Itinerari nell'Italia sconosciuta

Da buio a buio:Lavoro contadino e latifondo in maremma ai tempi del "feudalismo"

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Primo appuntamento domenica 18 dicembre, ore 15.30 presso Ex mattatoio a Montalto di Castro (Viterbo) Ci rivediamo a gennaio 2012 per altri 2 appuntamenti, a Tarquinia e a Viterbo. L'ordine millenario del latifondo. Un esempio per tutti: Dio in cielo, Torlonia in terra. Più giù, i guardiani del principe. Più giù ancora, i cani dei guardiani. Poi nulla, poi ancora nulla, poi ancora nulla. Nulla. Solo alla fine vengono i cafoni. I da-sempre-senzaterra. Il lavoro da buio a buio. Dalla levata alla calata. La chiamata in piazza. Il “feudalismo” dei caporali. La tirannia delle compagnie. Andare per maremme. In carro o a piedi. Perderci la dama. Perderci le penne. Ma. A un certo punto. All'alba del Novecento, la storia irrompe sulla scena. Fa le sue prove. Vorrebbe infrangere questo cosmo adamantino. Tanto ingiusto quanto perfetto (compiuto). Leghe, sindacati, cooperative. Si smuove il fango dal fondo del padule. Le prime occupazioni risalgono al decennio giolittiano. Poi que

L'antico borgo di Nusco

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Un antico borgo arroccato sui monti a guardia del valico appennino nella vallata dei fiumi Calore e Ofanto,un castrum cioè un fortilizio a difesa di quei passaggi un tempo strategici e vitali per la popolazione locale.Annibale,durante la guerra punica,passò di qua e alcuni dei suoi amati elefanti annegarono nel fiume che da loro prese il nome:Elefante che con il tempo divenne Ofanto.Un luogo racchiuso tra i monti dell'Irpinia così diverso dalla Campania Felix fatta di sole e mare,case e palazzi gentilizi costruiti nella chiara pietra locale e raccolti intorno a vicoli e stradine strette quasi a voler difendersi dal freddo dell'inverno e dalla fame dei lupi,padroni dei boschi circostanti.Ma le vie di Nusco raccontano anche i suoi fasti appartenenti all'età romana e ai secoli successivi che videro questo luogo dare asilo a re e a duchi per poi divenire feudo delle principali famiglie nobili del Regno di Napoli come i D'Aquino o i Gianvilla.Il panorama che si può amm