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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Il giardino della Serpara

 Alice nel paese delle meraviglie è la chiave di lettura di questo particolarissimo giardino della Tuscia viterbese.Nascosto tra il fitto di un bosco,alla fine di un sentiero si scorge un vecchio casolare e..Tra boschi di bambù,torrenti,enormi massi di peperino,fiori,piante,alberi rigogliosi,stagni e...Si scorgono varie opere d'artista perfettamente integrate nel gioco naturale del paesaggio:La creatività umana è ispirata e complice della natura circostante mentre ogni singolo artefatto sembra voler comunicare la necessità di un ritorno alle nostre origini,come recita la voce nel bosco :"Hai venduto la tua casa?Hai chiuso il tuo conto in banca?Hai spento internet?..."Questa sì che è rivoluzione...Cominciando proprio dai luoghi più nascosti e sconosciuti..

Il colore dei miei viaggi...

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Lago di Vico,Tuscia,Italia Tuscania,Tuscia,Italia Viterbo,Tuscia,Italia I viaggi sono colorati e a volte hanno sfumature leggere altre più forti.Ogni paese,ogni luogo ha il suo o i suoi colori che assorbiamo lentamente e quotidianamente,magari senza che ce ne accorgiamo entrano e si fissano nei nostri occhi,nei nostri capelli o nella nostra pelle...Come i profumi o i sapori,i colori caratterizzano e rendono unico un luogo piuttosto che un altro..Poi sta a noi percepirli,decifrarli e magari..Rielaborarli.Il viaggio che vorrei raccontare è quello che si svolge quotidianamente nel territorio in cui vivo da sempre,da più di quarant'anni,insomma,da una vita.E' un iter quotidiano fatto di strade come ce ne sono tante,di case,di palazzi,di monumenti,di spazi aperti,di acqua e di terra,insomma un paesaggio come tanti o forse,come nessun altro al  mondo,dipende...Quello che più mi piace è la scoperta continua di cose o particolari che prima non avevo mai notato,anche se le

La porta del morto:Dall'antico Egitto all'età moderna..

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Tomba etrusca a dado con finta porta Tomba etrusca con finta porta e dromos Quasi tutte le case di origine medioevale della Toscana, Umbria, Marche e Lazio tutt'ora hanno due porte, che davano sulla strada in pendio. Una più grande e larga, con lo scalino basso, la porta d'ingresso; l'altra più piccola e stretta, con uno scalino più alto, talvolta altissimo. Le due porte, vicine tra loro, non stavano in simmetria sulla facciata, perché diverse di forma e di livello. La porta d'ingresso restava quasi sempre aperta a chi entrava e a chi usciva, la porta stretta era sempre chiusa e nessuno vi passava. Era la cosiddetta " porta del morto ", che si apriva soltanto per far passare la bara di chi usciva dalla casa, piedi in avanti, per non farvi più ritorno. L'usanza voleva che il morto non passasse dalla porta dei vivi e, viceversa, impediva ai vivi di passare dalla porta del morto. Per questo motivo si aveva ben cura di tenere la porta del morto spr