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Visualizzazione dei post da maggio, 2010

Grotte di Castro e la necropoli di Pianezze

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Tra i tanti tesori nascosti gelosamente dietro i monti o i pianori della Tuscia,sicuramente l'antico borgo di Grotte di Castro merita una visita per la bellezza del paesaggio,la cultura della famosa "patata" e per le numerose "chicche"che nasconde al suo interno.L'antica Civita etrusca ,sopra un'altura vulcanica di fronte al lago di Bolsena,fu centro attivo già nel VII secolo come testimonia l'espansione della necropoli di Pianezze con numerose sepolture a camera,alcune dipinte all'interno, altre con la tipica trave scolpita sul soffitto che ricordava l'interno di una casa.La Civita fu abitata anche in età romana per poi essere definitivamente abbandonata intorno alla metà del 500 D.C.quando il re longobardo Desiderio devatò la zona con distruzioni e massacri costringendo gli abitanti a rifugiarsi nelle vicine grotte,da cui deriva l'appellativo Castrum Cryptarum cioè Grotte di Castro.La necropoli immersa in una boscaglia è caratter

I fagioli con le cotiche

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La Tuscia ha una forte tradizione contadina e quindi la gastronomia ha per base i prodotti tipici della terra.Oggi vi presentiamo uno dei tanti piatti dell'enogastronomia viterbese,tutt'oggi proposti nei tour di Mirabilia .Come si sà la civiltà contadina non butta via nulla e accanto ai fagioli vengono proposte le "cotiche",cioè la pelle esterna e dura del prosciutto che normalmente viene buttata...le cotiche cotte con i fagioli diventano morbide ed appetitose,proponendosi come un piatto unico sostanzioso e affatto pesante, Ingredienti: 350 gr. di fagioli 150 gr. di cotenne di prosciutto 350 gr. di polpa di pomodoro un pò di rosmarino 1 spicchio d'aglio 1/4 di cipolla 1 cucchiaio d'olio d'oliva Sale e pepe Preparazione: Far lessare i fagioli in acqua salata con il rosmarino. Nello stesso tempo passare le cotiche alla fiamma per eliminarne i peli, sbollentarle,tagliarle in pezzi e cuocerle al dente ricoperte abbondantemente d'acqua fredda. In un tegame

L'altro volto degli Etruschi

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....Attraversiamo il tratto selvaggio di vetta,dove affiorano le pietre,palpita il primo eliantemo,e si drizza l'asfodelo.Questa è la necropoli.Un tempo vi erano tumuli e strade di tombe.Ora non c'è traccia di tombe.Niente tumuli,soltanto la cresta nuda e aspra della collina,con le pietre,l'erba bassa e i fiori,col mare luccicante in lontananza sulla destra,sotto il sole,e la terra soffice dell'interno che emette bagliori di un verde puro... Tratto da D.H. Lawrence,i luoghi etruschi. Il paesaggio della necropoli dei Monterozzi di Tarquinia è rimasto quello descritto dal poeta inglese ed infatti la maggior parte dei tumuli sono stati spianati nei primi anni dell'Ottocento per far largo all'agricoltura,anche se tutt'oggi ne rimane visibile qualcuno.D'altronde in quest' area sono state recentemente aperte alcune tombe,quella dei tori,degli Anina,degli auguri e del barone fino a poco tempo fa chiuse al pubblico.La particolarità dei dipinti all'intern

Viterbo si racconta....

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Viterbo è un borgo medievale come ce ne sono tanti in Italia,un luogo antico a capo di un territorio vasto e rigoglioso denominato Tuscia, cioè terra degli Etruschi.In effetti la sua storia comincia proprio da lì,da quel popolo misterioso eppure colto e geniale che tanto ha saputo dare a questa terra plasmandone le forme ed i paesaggi..Un'eredità irripetibile che si è stratificata nel tempo per poi trasformarsi e rigenerarsi attaverso la cultura romana e quella medievale fino a giungere ai giorni nostri ancora viva ed intensa...un Unicum che la caratterizza,una particolare atmosfera che la rende speciale agli occhi del visitatore che sa ascoltare,riconoscere ed osservar e.Mirabiliatour vi propone escursioni per evocarne il "genius loci",nascosto chissà dove,forse dentro la grigia pietra con cui è stata costruita o magari nello sguardo di una vecchietta affacciata alla finestra.....I turisti sono accompagnati da guide d'eccezione o meglio da "medium"cioè i

La cannaiola di Marta

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Un vino dolce e forte con un colore rosso scuro ed un profumo di rosa,viola e peonia ideale abbinato con i dolci ma anche con le anguille del lago o con la caciotta del luogo.Il nome probabilmente deriva da "dies canicularis" i giorni della canicola,il caldo intenso che durante l'estate colora gli acini dell'uva di rosso scuro,le cui viti godono di un'esposizione particolare e di un terreno di origine vulcanica particolarmente ricco di potassio.La Cannaiola è uno dei tanti vini doc della Tuscia,la cui zona di produzione è limitata ai paesi di Marta e Capodimonte ,entrambi affacciati sul lago di Bolsena.Questo tipo di vino non ha una produzione industriale ma piuttosto locale in quanto la coltivazione del vitigno è coltivata da anni in questa zona secondo tradizioni tramandate da padre in figlio.La bontà di questo vino era ben apprezzata da papa Martino IV,il francese Simon De Brion eletto nel 1281,che risiedeva stabilmente nella vicina Montefiascone ed era solito

La festa del Corpus Domini

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A giugnio a Bolsena si celebra la festa del Corpus Domini.Le origini risalgono al 1263 in occasione di un miracolo avvenuto nella basilica di Santa Cristina:Pietro da Praga,sacerdote boemo afflitto dal dubbio sulla fondatezza dell'eucarestia decise di andare in pellegrinaggio a Roma per cercare verità ed aiuto.Ripercorrendo a ritroso la Via Francigena per tornare a casa, si fermò a Bolsena dove celebrò una messa.Il dubbio che l'aveva spinto al pellegrinaggio non si era placato e Pietro chiese aiuto a Santa Cristina,patrona del luogo,che non esitò ad essere torturata ed uccisa pur di difendere la propria fede cristiana.Durante la celebrazione dell'eucarestia l'ostia si trasformò in un pezzo di carne sanguinante,il corpo di Cristo,le cui gocce macchiarono il corporale ad alcune pietre dell'altare.Il prete corse ad Orvieto dal papa Urbano IV a cui portò il corporale insanguinato,tutt'ora conservato nel Duomo della città.Alcuni teologi tra cui san Bonaventura da Bag

Il palio del saracino di Nepi

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L'anno 1499 vide l'investitura di Lucrezia Borgia a padrona della città da parte del papa Alessandro VI.L'avvenimento segnò per Nepi l'inizio dell'era moderna come d'altra parte avvenne anche nel resto d'Europa,grazie alle scoperte ed ai conseguenti mutamenti storico sociali.L'evento di grande importanza per il piccolo borgo della Tuscia,viene riproposto secondo un iter scenografico immutato nel tempo:la cerimonia si svolge di sera con la complicità delle luci soffuse e delle ombre dei palazzi medievali che riproducono un'atmosfera singolare..Il Duca di Bisceglie,i Priori,le Dame,i Cavalieri e gli Arceri sfilano silenziosi attraverso vicoli e piazze così come avvenne secoli prima.Seguono,poi,giorni di festa dove vengono riproposti gare con l'arco e il palio che vede le quattro contrade,S.Biagio,S.Maria,S.Croce,La Rocca,gareggiare tra di loro per la miglior performance.La festa coinvolge tutti i Nepesini,vestiti con costumi dell'epoca a destr

Le ciambelline all'anice

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Questa è una delle tante ricette tipiche dell a tradizione viterbese ,in genere si accompagnano ad un buon bicchiere di vino rosso come la Cannaiola,tipica di Marta o l'Aleatico di Gradoli,come l'omonimo paese.Secondo la tradizione viterbese si fanno con l'acqua melata,cioè con l'acqua usata per lavare i favi dopo l'estrazione del miele.Ingredienti: 2 tazze di farina 4 chiucchiai di olio d’oliva 1 bicchiere di vino bianco 1 tazza di zucchero 1/2 cucchiaio di semi di anice Un pizzico di sale Procedimento Scaldate il forno a 170°C. Impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pasta morbida e poi ricavateci dei rotolini sottili del diametro di un pochi centimetri. Tagliateli in modo da ottenere dei bastoncini e chiudete le estremità per formare le ciambelline. Disponetele nella teglia foderata con carta da forno e fatele cuocere fino a quando risulteranno belle dorate.Cuocete per circa 15 minuti e cospargetele di zucchero. La foto e la ricetta sono state

I paesaggi di Viterbo e della Tuscia

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