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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

Le tombe etrusche di Tarquinia

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Tra le numerose meraviglie del mondo c'è da annoverare anche la necropoli etrusca di Tarquinia detta "Monterozzi",per i numerosi cumuli di terra.Questa è stata nominata dall'Unesco patrimonio dell'umanità insieme alla necropoli della Banditaccia a Cerveteri.Entrambi sono,infatti,due siti archeologici di fondamentale importanza per la ricostruzione del mondo sociale e politico etrusco:quella della Banditaccia con le tombe a tumulo presenta una struttura urbanistica simile alle città,con una strada principale,via degli Inferi,e le vie laterali che conducono alle diverse sepolture.Tra questi spicca la tomba dei rilievi,con all'interno una serie di sculture ricavate nel tufo che riproducono gli oggetti della vita quotidiana del defunto:asce,brocche,coltelli...La necropoli di Monterozzi,invece,brilla per le numerosissime tombe affrescate che,come le precedenti,ripropongono momenti e consuetudini della società etrusca:scene di pesca,di caccia,giocolieri,uccelli in

Il parco dei mostri di Bomarzo

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Il bosco sacro è un anfiteatro naturale che sorge ai piedi di un grazioso borgo medievale raccolto intorno all'imponente castello Orsini,una delle tante famiglie nobili viterbesi..Il principe Vicino Orsini nel 1552 incaricò l'architetto Pirro Ligorio( morto Michelangelo fu lui a terminare i lavori in san Pietro)di trasformare le numerose pietre di peperino che sorgevano nella terra sottostante il suo castello in sculture fantastiche.L'opera che ne scaturì è tutt'oggi l'esempio più emblematico e forse bizzarro dello spirito dell'epoca:figure mitologiche,storiche,fantastiche.Una sorta di corte dei miracoli rinchiusa all'interno di un boschetto;forme semi nascoste dalla vegetazione che sembrano essere inghiottite dalla terra e dalla natura invadente.Il gusto manieristico dell'epoca che aveva affascinato tanti pittori non si risolve solo attraverso la pittura delle grottesche con figure arzille,contorte e prive di grazia,il bosco sacro ne è l'esempio pi

L'alta Tuscia e il Valdarno

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Uniti un tempo dalla popolazione etrusca che ne popolò i luoghi per parecchi anni, le zone dell'alta Tuscia e del Valdarno ( tra Arezzo e Firenze)dopo la caduta dell'Impero Romano seguirono iter differenti dettati dalle conosciute vicende storiche.Ma nonostante la frammentazione dettata dai poteri di allora,l'arte rappresentò un sottile fil rouge che unì nei secoli tanti piccoli staterelli diversi tra loro e quella Romanica ne è l'evidente espressione.Il complesso di San Pietro a Tuscania, dall'alto di una collina affacciata sulla valle del Marta,rappresenta una testimonianza dell'arte dei maestri comacini,che probabilmente costruirono il complesso nel VIII secolo,segnando un svolta decisiva dalle forme paleocristiane a quelle romaniche.La Pieve Romanica di Cascia presenta lo stesso tipo di evoluzione architettonica con la sua struttura basicale a tre navate arricchita da capitelli in stile Corinzio.Come le chiese anche i borghi medievali accomunano i due te

Orvieto

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Arroccato su di una piattaforma tufacea,eredità di un'antica e assidua attività vulcanica,la città di Orvieto domina la valle del Tevere attraversata da i fiumi Paglia e Chiani.La naturale conformazione l'ha resa luogo ideale per i primi insediamenti paleolitici e successivamente etruschi.Molti studiosi convergono nell'asserire che Orvieto sia l'antica Velzna,dove sorgeva il Fanum Voltumne caro al popolo dell'Etruria che ogni anno si ritrovava in questo luogo per festeggiare i propri dei.Dopo la distruzione ad opera dei Romani,gli scampati vennero deportati sul lago di Bolsena dove fondarono Volsini Veteres,la città conobbe il dominio dei Goti,dei Bizantini e quello lombardo. La particolare struttura urbanistica ed architettonica di Orvieto ne fanno un luogo di singolare interesse:a partire dal sottosuolo ricco di cunicoli,silos e pozzi ad opera degli Etruschi che ne scavarono le fondamenta per usarle come cisterne d'approvvigionamento idrico,il quartiere mediev

Festa delle biblioteche e dei musei

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Il 20 e 21 febbraio si svolgerà la festa delle bibliteche,dei musei e degli archivi del Lazio. L'evento prevede entrata e visita guidata gratuita con degustazione di prodotti tipici;ecco il programma come definito dal sito della provincia di Viterbo: Sabato 20 febbraio 2010 Visite guidate gratuite  ore 10.00: Museo Civico di Viterbo  ore 15.30: Museo del Colle del Duomo  ore 10.00 e 15.30: Complesso monumentale Santuario Madonna de La Quercia e Museo degli Ex-voto  ore 11.00 e 15.30: Sistema museale d'Ateneo - Complesso monumentale S. Maria in Gradi  ore 15.30: Complesso monumentale S. Rosa  ore 15.30: Museo del Sodalizio dei Facchini di S. Rosa Altre iniziative - Mostra del Consorzio Biblioteche "La Tuscia nelle stampe" – Sala Anselmi (aperta fino al 27/02) - ore 16.30 Apertura straordinaria del Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa di Viterbo – P.zza S. Lorenzo - Palazzo dei Papi - ore 10.30 Sala Mostre del Comples

L'antica città di Tuscania

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Dall'alto di un colle eretto nel mezzo della Valle del Marta,antica via di transumanza fin dalla preistoria,sorge l'antica città di Tuscania. I miti intorno alle sue origine ne tradiscono il carattere singolare e misterioso:la storico Tito Annio Lusco affermava fosse stata fondata da Ascanio,figlio di Enea,nel luogo dove trovò 12 cuccioli di cane;altri sostengono fosse stata fondata da Tusco figlio di Ercole ed Araxe.Comunque le tracce dei primi insediamenti risalgono all'età del rame e del bronzo antico,mentre durante il periodo etrusco divenne una città importante sotto la leucomia di Tarquinia grazie alla sua posizione strategica di tratto d'unione tra il mar Tirreno e l'Etruria meridionale.Pare che le battaglie dei Romani per il possesso delle città etrusche non abbia funestato in particolare la città che passò dolcemente sotto il loro dominio,conoscendo,anzi,un periodo di floridezza e splendore per il tracciato dell'importante via Clodia.Nel V secolo div

Il carnevale di Ronciglione

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Le prime notizie di questa festa di Carnevale risalgono ad almeno 3 secoli fa,ma le sue origine sono più lontane,come testimonia la " Corsa dei Berberi",cavalli senza fantino che corrono attraverso il corso principale del paese,voluta da Papa Paolo III Farnese verso la fine del Quattrocento.In questa occasione il paese è diviso in 9 scuderie che si contengono il "Palio della Manna",una tradizione molto simile al famosissimo "Palio di Siena"con cui ha in comune le origini rinascimentali.Ma accanto alla corsa dei cavalli e alla sfilata degli Ussari,risalente al periodo della dominazione francese ,Ronciglione è animata anche dai carri allegorici,dalla sfilata di maschere variopinte e dai cosiddetti "nasi rossi".In questo spazio temporale il Carnevale,il cui significato letterario è carnem levare un'allusione all'imminente periodo di digiuno,si mostra in tutta la sua giovialità e freschezza,nonostante sia una festa antichissima le cui radic

Il pranzo del Purgatorio

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La fratellanza del Purgatorio passa per le antiche vie di Gradoli,un piccolo paese medievale della Tuscia viterbese arroccato intorno al castello voluto da papa Paolo III Farnese e progettato da Antonio Sangallo il giovane.Il magico sfondo del lago di Bolsena,su cui si affaccia il borgo,è la cornice evanescente che racchiude una tradizione secolare risalente al XII secolo:gli incappucciati si recano casa dopo casa per chiedere cose da mangiare che,successivamente,verranno messe all'asta e il cui ricavato servirà a finanziare il pranzo del Purgatorio. Il convitto è aperto a tutti e l'usanza vuole che ogni commensale porti con sè le posate ed un obolo da lasciare in offerta per i suffragi in memoria dei defunti.Anche il menu è invariato da secoli e consiste in brodo di Tinca,frittura di pesce di lago e fagioli cannelini di Gradoli.Insieme alla tradizione delle "Tentavecchie",i primi giorni di gennaio grandi e piccini passano per le vie del paese facendo baccano con str

La via francigena della Tuscia

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La spiritualità che caratterizzava il Medioevo era un profondo desiderio del credente nei confronti del proprio Dio.Questa ricerca interessava vari aspetti della società e si esplicava attraverso delle consuetudini considerate necessarie,tra queste il pellegrinaggio verso una delle tre mete sacre al Cristianesimo:Santiago de Campostela,Roma e Gerusalemme. Un pellegrinaggio di "gruppo"costituito da tappe di 25 km al giorno attraverso i luoghi più disparati dell'Europa di allora,come ci tramanda Sigerico,arcivescovo di Canterbury,che nel 997 D.C.intraprese il viaggio dalla città natia verso Roma.Il cammino lungo e pericoloso era comunque ricco di hospitalia,dove il pellegrino veniva sfamato ed accudito secondo la consuetudine del tempo.Del lungo tratto che parte dall'Inghilterra verso la città di San Pietro,forse il tragitto più interessante e pittoresco è quello della Tuscia viterbese :partendo da Proceno,ai confini con l'Umbria,si proseguiva attraverso Bolsen