E' nota in tutto il mondo come la Fanciulla Velca . Il suo squisito ritratto è considerato uno dei capolavori dell’arte antica ed è il frammento più “classico” di tutta la pittura funeraria etrusca. Si chiamava Velia, Velia Spurinna . Era nipote di Velthur il Grande, che aveva comandato due eserciti etruschi all’assedio di Siracusa e di Ravnthu Thef rinai : era sorella di Avle , l’eroe Tarquiniese che affrontò Roma in campo aperto e la vinse. Sposò Arnth Velcha , appartenente ad un’aristocratica famiglia di magistrati di rango così alto che avevano il diritto di essere scortati dai littori con i fasci di verghe e l’ascia bipenne che, prima a Tarquinia e poi a Roma, furono il simbolo del massimo potere. Dei Velcha conosciamo anche l’aspetto perché molti di essi furono dipinti nelle pareti della loro grande Tomba degli Scudi, che prende il nome dalle armi raffigurate in uno dei suoi affreschi. Qui tra gli altri, appaiono anche i genitori di Arnth che, adagiati sul le...
Un dolce tipicamente invernale da preparare durante le feste: Ingredienti x 10 pangialli 350 gr di gherigli di noci,800 gr di nocciole della Tuscia,350 gr di mandorle sgusciate,1 kg di cioccolato fondente, 800 gr di cioccolato fondente 800gr per guarnizione esterna, 500 gr di miele,150 gr di pinoli,170 gr di scorzette d'arancia candite,170 gr di scorzette di cedro candite,350 gr di uva passa,350 gr di farina bianca,600 gr di zucchero,80 gr di cacao amaro,6 Uova. Preparazione: Tostate le nocciole,le noci e le mandorle passandole per qualche minuto nel forno e pelatele. Tritate la frutta secca con pinoli e le scorze d'arancio e di cedro candite. Mescolate il tutto aggiungendo anche l'uva passa,la farina, il cacao e lo zucchero. Dopo aver mescolato bene, grattugiate e aggiungete il cioccolato. In un pentolino fate fondere il miele. Versatelo nel recipiente e lavoratelo per un pò. Aggiungete le 6 uova sbattute e dopo aver mescolato il tutto, con le mani bagnate, ...
La panzanella di Giuseppe Zena Se la sae fa’, la panzanella è ‘l mejo damagna’. Pe’ fa’ la panzanella ‘n ce vo’ gnente abbasta ‘n po’ de pane a fette grosse tenuto a mollo sotto la fontana du’ pommedore rosse, l’ojo e ‘l sale basilico o mentuccia a piacimento E sopra ‘l pane mollo già acconnito schiaffece pure ‘n par de cipollette ch’oltre a essa bone fanno pure bene; dice guarisce ‘n sacco de malanne. ‘Nsomma la cipolletta è ‘n toccasana; pe’ ‘n par d’orette gnuno te molesta te gireranno tutte a la lontana. La poesia è stata tratta dal sito tusciaintavola.tusciamedia Mirabiliatour .Viaggio nell'Italia d'autore Tweet
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