Il vino Est,Est,Est di Montefiascone






Che il paese di Montefiascone fosse legato alla produzione del vino fin da tempi remoti è intuibile dal nome che porta, che deriva da “mons” cioè “monte” e “flasconis” cioè “fiasco”, un particolare recipiente per il vino di cui si parla già nel V sec. Inoltre, dal 1300 lo stemma della cittadina è costituito dal disegno di sei monti (stemma dei Chigi) sormontati da una piccola botte. Per ultimo, si può aggiungere che anche il papa Innocenzo IV nel 1353, in una sua lettera, ribadisce l’importanza della viticoltura come la principale fonte di reddito della zona.In questo ameno luogo della provincia viterbese si produce un vino D.O.C., molto buono, famoso per essere entrato nella storia. Infatti, la leggenda che si narra prende spunto proprio da un episodio realmente accaduto. Nel 1111 Enrico V di Germania, futuro Imperatore del Sacro Romano Impero, stava raggiungendo Roma per essere incoronato da Papa Pasquale II. In viaggio con lui era presente il vescovo Johannes Defuk (o Deuc), grande intenditore di vini, il quale, sempre alla ricerca di nuovi sapori, inviò il suo coppiere Martino ad assaggiare e scoprire nuovi vini, per poter poi scegliere i migliori da proporre al vescovo. I due avevano un codice da seguire, nel momento in cui il coppiere avesse assaggiato un buon vino avrebbe dovuto scrivere davanti alla porta della locanda 'EST' ossia 'c'è' in latino, se il vino era invece molto buono 'EST EST'. Quando Martino giunse a Montefiascone ed assaggiò il vino del posto ne rimase piacevolmente sorpreso, decise dunque di segnalare la sua eccellenza, scrivendo sulla locanda EST! EST!!EST!!! con tanto di punti esclamativi, da qui il nome del vino.
Il vescovo, una volta arrivato in paese, assaggiò il vino e condivise appieno il giudizio del suo coppiere, decise dunque di prolungare la sua permanenza a Montefiascone per alcuni giorni e successivamente, terminata la sua missione, decise di tornavici e viì restò fino al giorno della sua morte, avvenuta, secondo i racconti, proprio per aver bevuto troppo vino.
Venne sepolto nella chiesa di San Flaviano, dove ancora oggi è possibile leggere sulla sua lapide l'iscrizione 'Per il troppo EST! qui giace morto il mio signore Johannes Defuk'.
Il vescovo, come segno di riconoscenza verso il paese che lo ospitò, gli lasciò in eredità 24.000 scudi, a condizione che annualmente, nella data della sua morte, una botticella di vino venisse versata sulla sua tomba. Questa tradizione venne ripetuta fino al XVIII secolo quando si preferì consegnare la botticella ai preti seminaristi di Montefiascone. Ancora oggi, questo personaggio viene ricordato con un corteo storico in costume a lui dedicato, durante il quale viene rivissuta questa leggenda.
Bonaventura Tecchi a proposito di questo vino scrisse: “Pochi vini come quello di Montefiascone, con la triplice affermazione in crescendo, come a dire c’è, c’è, c’è, la gioia del vino e della vita nella terra del sole, sembrano adatti a risvegliare, specie nella mente di chi è lontano, un’immagine di allegria e di fiducia, di campagne luminose e sempre liete. Tutti i vini, si sa, sono una strana mescolanza di terra e di cielo quasi un sobbalzo della terra verso il cielo e una discesa di ali di angelo verso la terra, ma pochi vini, come quelli nostri, credo che abbiano più vivo il sapore di questa mescolanza”.
L' Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, naturalmente D.O.C., è un vino limpido, paglierino brillante, di odore vinoso, sapido di sapore e di corpo, armonico, nella varietà asciutto o abboccato, con una gradazione alcolica minima di 10,5% . Viene prodotto da vitigni di Malvasia Bianca, Trebbiano Giallo e Trebbiano Toscano.
La zona di produzione è, oltre la campagna collinare di Montefiascone, la zona limitrofa al Lago di Bolsena tra Gradoli e le Grotte di Castro. È un vino bianco da tutto pasto che, nel tipo asciutto si abbina molto bene con pesce di lago e gli antipasti, mentre nel tipo abboccato si accompagna bene con dolci fatti in casa della tradizione viterbese, come la torta di ricotta, crostate e ravioli con ricotta, tozzetti alle nocciole, ciambelloni, ciambelline al vino, frittelle di riso.


Dal nostro corrispondente prof. Mauro Boccia
Mirabiliatour Itinerari nell'Italia sconosciuta



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