Il palio di S.Anselmo e la sagra del biscotto




Aprile è un mese denso di feste e sagre che lasciano spazio e memoria a tradizioni centenarie...Tra queste possiamo annoverare il palio di S.Anselmo e la sagra del biscotto che si celebrano a Bomarzo il 24 e il 25 aprile.La tradizione affonda le radici nel tempo:Il primo palio venne celebrato il 24 aprile del 1544 in occasione del matrimonio tra Vicino Orsini( il fautore del parco dei mostri)e Giulia Farnese.Oggi grazie all'impegno e agli studi del Comitato Vicino Ursini de Castro Polimartu è possibile rivivere e rivisatare questo evento:il corteo storico,composto di 120 figuranti,ripropone i personaggi di allora vestiti con costumi storici fedelmente ricostuiti ed è suddiviso in cinque rioni riferentesi ad altrettante famiglie dominanti.Per le vie dell'antico borgo,quindi,vedremo sfilare:
il "Rione Dentro",quello più antico,i cui colori sono giallo e nero e il cui stemma è una torre merlata;
il "Rione Borgo",nato nel XVII secolo,i cui colori sono rosso e blu e il cui stemma è l'effige di un'antica fontana;
il "Rione Poggio",cosiddetto per le case affacciatte sul Tevere,i cui colori sono verde e giallo oro e il cui stemma è rappresentato da tre colline sormontate dalla rosa degli Orsini;
il "Rione Croci"i cui colori sono il bianco e il rosso e il cui stemma è un ovale incastonato in un ricamo araldico con all'interno una croce maltese:
il "Rione Madonna del Piano"i cui colori sono il rosa e il nero e il cui stemma è rappresentato da un'aquila.
Dopo la sfilata i cinque Rioni si confrontano in "singolar tenzone" nel campo del Fossatello ed ogni anno vince...il migliore!
Ma alla tradizione storico culturale del Palio si unisce anche quella enogastronomica,in questi giorni,infatti,viene riprodotto il biscotto di S.Anselmo.Una volta era chiamato "pane di S.Anselmo,perchè pare che il vescovo,vissuto nel VI secolo, era solito donarlo ai poveri.Con i secoli la ricetta del "pane" si è arricchita di aromi ed ingredienti anche se ha mantenuto la sua tradizionale peculiarità cioè quella di essere fatta con il lievito naturale e secondo un procedimento lungo e laborioso per cui ne è impossibile la riproduzione industriale.Un dolce che viene direttamente dal passato e la cui ricetta è custodita e tramandata di madre in figlia,naturalmente Bomarzesi!
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Fonte:Pro loco di Bomarzo
Le foto sono state tratte dal CDrom "passeggiando per la Tuscia" a cura del Comune di Viterbo.

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