Arcidosso e i simboli alchemici


Arcidosso è un paesino del comprensorio amiatino che sorge su una collinetta circondato di boschi. Le origini del paese sono molto antiche, anteriori all’anno mille, e fu possedimento di una delle famiglie medievali più potenti e ricche, gli Aldobrandeschi.
Intorno al 1200 fu anche possedimento della repubblica di Siena alla quale la popolazione rimase fedele molto a lungo e successivamente anche dei Medici sotto i quali la cittadina assunse il rango di prefettura.


La storia “esoterica” della città è molto ben occultata ma i simboli sono visibili in tutto il paese, comprese le mura del castello, evidenziano la presenza in paese di una Domus templare.
Tutto questo è molto evidente, sia osservando accuratamente le mura esterne dello splendido castello aldobrandesco sia al suo interno dove scritte incomprensibili ed alta simbologia rivelano un grado di sapere elevato appartenuto solo alla cerchia più interna dei cavalieri templari.


Persino le case del paese, che a spirale sale sino al castello, sono zeppe di simboli templari come croci e bafometti che sono a guardia di questo sapere che non può essere infranto se non dai cuori più puri e da scritte risalenti a tempi anteriori il medioevo dove lo spazio ed il tempo coincidono

David Lazzaretti nacque ad Arcidosso il 06 novembre 1834 e vi morì, ucciso, il 18 agosto 1878; fu l’ispiratore di un movimento religioso chiamato “giurisdavidico” e la sua vita fu piena di strani episodi
Il 25 aprile 1848 ebbe la visione di un vecchio religioso che gli disse:” la tua vita è un mistero che un giorno ti sarà svelato” ed esattamente 20 anni dopo, il 25 aprile 1868, ebbe una nuova visione dello stesso religioso, che gli accennò a proposito della sua missione misteriosa: questi lo invitò persino a recarsi dal papa e che se non avesse avuto ascolto si sarebbe dovuto ritirare in un convento “situato in territorio romano e lì vivere ed attendere in preghiera i voleri del Cielo con l’aiuto di un eremita che avrebbe trovato sul posto”.

Si recò a Roma ma decise di cercar il posto suggerito dall’eremita pellegrinando nella sabina dove trovò le rovine del convento di Sant’Angelo abbandonato non tanto tempo prima ed una notte condotto da una luce, tenuta da una misteriosa guida, trovò una grotta profonda 5 metri
che era stato l’eremo del beato Amedeo.
Il Lazzaretti trascorse nella caverna tre mesi ed ebbe visite da parte di padre Ignazio da Heinseusen, chiamato frate Mikus, che viveva nella cappella di Santa Barbara.

Nell’antro al Lazzaretti apparve il fantasma di un antico guerriero, Manfredo Pallavicino che si rivelò essere un suo lontano avo che lo informò che era riuscito a scampare alla pena capitale decretata dal maresciallo Lautrec nel 1521, per poi terminare i suoi giorni proprio dentro la grotta dove giacevano anche le sue ossa, alle quali, pregava David, di dare sepoltura.
Nella sua permanenza all’interno della grotta David ricevette una particolare sorta di stigmata, costituita da una croce centrale con due lettere c rovesciate ai lati. David lasciò la grotta il 02 gennaio 1869 e da quel momento si sentì investito del ruolo di nuovo Messia.
Sul Monte Labbro sorse una comunità che si diede dettagliati statuti a base solidaristica che fu chiamata Nuova Sion e che sarebbe dovuta essere il primo nucleo di una messianica “repubblica di Dio” basata essenzialmente sui movimenti medievali che venivano ispirati alle teorie di Gioacchino da Fiore. Furono costruiti un eremo, una chiesa ed altri edifici che dopo la morte del Lazzaretti furono presi a cannonate dalle guardie regie.
La vita del Lazzaretti si sarebbe conclusa tragicamente il 18 agosto 1878 in
seguito ad un’ispirazione profetica. Venne disposta una processione che dal Monte Labbro giungesse in Arcidosso e lungo la strada si formò un corteo di 3000 persone ma quando entrarono nell’abitato trovarono uno schieramento di carabinieri ed in un momento di particolare tensione aprirono il fuoco uccidendo, colpito alla fronte, il Lazzaretti ed altre persone.
A tutti VOI lo studio interiore di questo territorio denso di spiritualità dove il bene ed il male si incontrano dando “vita” all’Uno.
Io sono, e chi egli sia nol so, ma sono
Colui che essere dovrò chi ero in prima.
Ma prima me non conoscea me stesso,
Ma or che conosco me, non so chi egli ero,
E colui ch’era in me, non è più meco,
Poiché or son seco a chi con me prim’era,
Ed essendo seco, opro con seco,
Ed egli opra con me, come opro in lui,
E lui opra con me come in sé stesso,
Per cui me stesso opro in voler di lui.
(David Lazzaretti, 1869)
Pubblicato da Bebele Viaggi
Mirabiliatour Viaggio nell'Italia misteriosa

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